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- No, ti prego, non accendere la luce! Così non vedo la stanza girarmi attorno! - lo supplicò biascicando le parole, mentre entrava in camera sua sorretta da Joe.
Joe spense subito la luce e la rimproverò: - Ti avevo detto di restare fuori da quest’operazione. Guarda come sei ridotta! Bastava Bretagna, non c’era bisogno che ti esponessi così.
- No che non bastava Bretagna e lo sai anche tu… Quei tipi ci hanno abbordato solo perché eravamo in due, due ragazze da sole sono più credibili di una… Finché Bretagna è stato da solo, o meglio da sola - specificò, sottolineando la a finale - non si sono neanche avvicinati, avevano visto una ragazza da sola, e si erano insospettiti, sapevano di avere la polizia alle costole. E poi… non sto così male…
- Françoise, vi hanno drogati! Vi hanno caricato di peso nel retro del locale ...
- Fingevo di essere svenuta! Sono sveglia, infatti, non vedi? - aggiunse staccandosi da lui per poi barcollare, inciampare e farsi riprendere al volo prima di cadere.
- Non userei proprio la parola sveglia... Se non fossimo intervenuti noi… - le rispose severo.
- Ed io vi ringrazio dell’aiuto, ma, Joe, sono un cyborg! Ed anche ben addestrata! Non sono una ragazza normale…
Joe rispose con uno sbuffo, non gli andava di discutere con lei in quelle condizioni anche se era davvero arrabbiato: aveva contravvenuto ai suoi ordini ed era intervenuta in quell’operazione per smascherare degli stupratori, degli schifosi che drogavano ragazze per poi violentarle in gruppo.
Françoise lo sentì sbuffare e scattò, lo afferrò per un braccio e rapida glielo girò dietro la schiena mentre con l’altro braccio gli circondò il collo. In quella posizione, gli parlò nell’orecchio: - Anche se drogata, so ancora difendermi, come vedi… Nessun uomo è in grado di farmi del male, sono più forte io…
Joe le afferrò i polsi e si liberò dalla presa facilmente.
- Mi hai solo preso di sorpresa… - le disse, voltandosi verso di lei, ma senza lasciarle i polsi.
- La sorpresa è un’arma… - commentò lei. Joe cominciava ad arrabbiarsi sul serio, Françoise si sentiva troppo sicura e questo l’avrebbe portata a fare qualche sciocchezza prima o poi.
- Vero… ma… numero uno, non sei in forze perché sei sotto l’effetto di una droga… - prese a spingerla tenendole sempre i polsi.
- Numero due, anche al massimo della forma, se ti aggrediscono in cinque, non credo riusciresti a cavartela… - la spinse sul letto, costringendola a sedersi prima e stendersi poi.
- Numero tre, la più importante, non è vero che nessun uomo è in grado di farti del male… - era su di lei, le teneva i polsi, aveva tutta l’intenzione di spaventarla.
Françoise lo guardò, Joe la stava guardando serio, era arrabbiato, ma sapeva benissimo anche che non le avrebbe mai fatto del male.
Scoppiò a ridere fragorosamente.
- Ahahah… So, quello che stai cercando di fare, ma non funziona… Non mi farai del male, Joe Shimamura!
- E chi te lo dice? Ho un passato da delinquente… e probabilmente domani non ricorderai niente… - continuò nel suo bluff.
- Non mi fai paura, Joe - gli disse guardandolo negli occhi, poi sollevò la testa per parlargli di nuovo all’orecchio - Al più mi fai eccitare…- aggiunse sfrontata.
Joe la lasciò subito. Veramente Françoise non era in sé. E lui aveva decisamente sbagliato momento per farle scenate e rimproveri!
Di nuovo, però, Françoise lo colse di sorpresa: lo fece ricadere sul letto e gli si mise a cavalcioni. Sfilò via la t-shirt, restando in canotta. Aveva i capelli in disordine, le gambe scoperte e i seni procaci bene in vista. Joe era paralizzato ed allibito, ma mai quanto dopo che gli disse:
- Ed io? Ti faccio paura o ti eccito, Shimamura? - Joe riuscì solo a deglutire. - Non rispondermi, controllo io… - aggiunse e tentò di sbottonargli il pantalone.
Joe scattò in piedi disarcionandola.
- Françoise, non sei in te!
Françoise ricadde sul letto e si sentì ancora più stordita, portò le mani alle tempie.
- Dovresti riposare…
- Quindi non vuoi fare sesso con me…- biascicò.
- No. - rispose lui, deciso.
- è il giorno più triste della mia vita… - disse lei abbracciando il cuscino.
- Sono certo che esageri.
- Almeno resta finché non mi addorment… - non riuscì a concludere, il suo respiro divenne pesante e perse i sensi addormentata.
Joe si sentì sollevato. L’accarezzò, le rimboccò le coperte ed andò via.
Richiuse la porta della sua stanza e sentì la voce di Jet alle sue spalle.
- Ce ne hai messo per metterla a letto…
Joe lo guardò, Jet era appoggiato alla parete con le braccia incrociate.
- Sei rimasto a controllarmi?
- Non si sa mai…
- Jet, non è successo niente! - sentì di doversi giustificare.
- Beh… se è successo qualcosa, è stato qualcosa di molto rapido… - disse guardando l’orologio - E non credo tu sia il tipo…
Joe si sentì assolto, almeno finché Jet non aggiunse: - Hai la lampo dei pantaloni aperta… - e poi scoppiò a ridergli in faccia.
Il mattino seguente Bretagna era seduto al tavolo della cucina e teneva la testa tra le mani.
- Oh my God, Oh mio Dio, oh che mal di testa! Non mi sentivo così da… taaaanto tempo… sto male! Che male! Datemi un caffè vi prego!
- Uh… quella droga vi ha ridotto proprio male… chissà Françoise come starà, poverina… - commentò Chang.
- E a me non ci pensi? Anche io sto maaaaaaale!
- Ecco il tuo caffè, sono certo che ti sentirai meglio dopo. - gli disse Punma, versandogli del caffè.
- Grazie, Punma, tu sì che sei un amico… - bevve il caffè - Ma poi… come è andata ieri sera? Li avete presi?- domandò Bretagna.
- Vuoi dire che non ricordi di ieri sera? - chiese Joe incuriosito, riemergendo dal giornale nel quale si stava nascondendo.
- Ricordo che ero seduto al bar con 003 e questo tipo ci ha offerto da bere… un tipo piuttosto comune…
- Era uno degli stupratori che cercavamo, nel cocktail c’era la droga che ti ha stordito… - gli raccontò Albert.
- Aveva cominciato a fare lo svenevole con 003 ed ha chiamato un suo amico… poi ho cominciato a non sentirmi bene…
- Sì, tu hai cominciato a bere da subito, invece 003 è stata più furba e tergiversava, è riuscita a farci cenno, ma ha dovuto bere anche lei, altrimenti i tipi si sarebbero insospettiti. Quando l’abbiamo riportata a casa era uno straccio. - gli raccontò ancora Albert.
- Vado a portarle un po’ di caffè, magari è d’aiuto anche a lei - aggiunse Chang.
- Non è necessario che me lo porti, ma lo prendo volentieri, 006. - disse 003 entrando in cucina. Joe riprese a nascondersi dietro il giornale.
- Come ti senti, 003? - chiese Jet.
- Ho un gran mal di testa, ma sono stata peggio.
- Uguale ad un certo lagnone… - commentò ironicamente 006.
- Beh, io ho bevuto di più e sto più male… che c’è di strano? - rispose 007.
- Tu dici anche di non ricordare ciò che è successo! - rincarò 006.
- 003, tu ricordi quello che è successo? - chiese 007 alla compagna di disavventura.
Joe aguzzò l’orecchio, la cosa lo interessava e sentì il cuore fermarsi quando lei rispose: - Sì… ricordo tutto perfettamente…
- Nessuna amnesia? - chiese Jet.
- No… ricordo tutto, almeno finché non mi sono addormentata… - concluse tranquillamente 003 - Sono crollata in macchina al ritorno.
Ancora nascosto dietro il giornale, Joe riprese a respirare: nessun ricordo del dopo-missione! C’era da aspettarselo, stava veramente messa male la sera prima. Sorrise tra sé.
- Quindi non ricordi di aver molestato Joe? - disse Jet.
Françoise strabuzzò gli occhi e ripetè incredula: - Io … ho molestato… Joe?!
Joe abbassò il giornale di scatto: - Ti sta prendendo in giro. Non credergli.
- Ahahahaahh! Che faccia che hai fatto! - la derise Jet. - Però è vero che Joe ti ha portato a letto…
- Dovevo proprio essere ridotta male. - disse Françoise, ignorando deliberatamente il doppio senso di Jet.
- Jet, non sei divertente. - si affrettò a dire Joe, che si alzò per andare via e magari scappare in un’altra nazione prima che 003 facesse domande alle quali non voleva rispondere. Ma più sadico che mai, Bretagna gli parò la strada. - Non così veloce, Joe. O hai qualcosa da nascondere? Dì la verità: che è successo?
- Bretagna, ti sembro il tipo da approfittare di una ragazza sotto l’effetto di stupefacenti? - disse un po’ offeso.
- Excusatio non petita, accusatio manifesta. - commentò 008, facendo ridere tutti, compresa 003.
- Dai, Joe, stanno prendendo in giro anche te, non lo capisci? - commentò 003 divertita.
Joe si sentì sollevato, Françoise era tornata la solita Françoise, dolce e solare.
- Ah-ah molto divertente. Sì.- commentò ironicamente Joe.
L’aveva scampata: non riusciva a fare a meno di pensare che quanto era successo era tutta colpa sua. Non avrebbe dovuto provocarla considerato il suo stato. Eppure… per la prima volta aveva visto una Françoise disinibita, sensuale e addirittura provocante, così lontana dalla ragazza affidabile ed angelica che aveva sempre affianco. Che ci fosse anche questo in lei? Non conosceva la risposta a quella domanda, ma una gran voglia di scoprirlo si fece largo in lui.
© 26/10/ 2020
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